Ho finito in pochi giorni un libro che mi era stato regalato nel 2007 da una carissima amica: “Più lontana della luna” di Paola Mastrocola. Era rimasto nascosto da altri libri e solo con il trasloco è “saltato fuori”. Arrivata qui a Livorno per più di un anno non ho potuto prendere in mano un libro, presa come ero dalla malattia di mio marito. Ora, purtroppo, ho di nuovo tutto il tempo che voglio. Il primo che ho preso in mano è stato proprio questo, c’era una bella dedica che mi ha risvegliato il ricordo del TT forum attraverso il quale ci eravamo conosciute.
Nella mia lunga vita di lettrice (ho imparato a leggere a cinque anni e da allora non ho mai smesso) ho fatto una personale suddivisione del genere dei libri.
Ci sono quelli che non si fanno leggere: alzano un muro e non riesci a trovare una sintonia che ti permetta di andare avanti nonostante i tuoi sforzi. Con questi l’unica cosa possibile è chiuderli, rimetterli in libreria sperando in tempi migliori.
Poi ci sono quelli tranquilli, che si accontentano dei tuoi momenti liberi, non si arrabbiano neppure se leggi poche righe per volta… aspettano, tanto sanno che prima o poi arriverai alla fine.
E poi ci sono quelli prepotenti, quelli che ti coinvolgono al punto che non puoi più lasciarli: qualsiasi cosa devi fare ti costringono a metterci meno tempo possibile… ed è sempre troppo. Sono quelli che finiscono troppo presto e vorresti non averli già finiti. E spesso esigono una rilettura per goderli di più! Il libro della Mastrocola è iniziato nella seconda categoria ma presto è entrato nel gruppo di quelli che non puoi lasciare…
In ultimo ci sono quelli che ti rubano il cuore, vi si installano e diventano parte di te. Si contano sulle dita di una mano, forse sono uno o due ma se li incontri – e di solito sono loro a chiamarti dagli scaffali di una libreria – ci saranno sempre momenti in cui le parole ti verranno alla mente e saranno sempre quelle di cui avevi bisogno in quel momento.
Ho già iniziato il nuovo “Quel che affidiamo al vento”, basato sulla storia del telefono in Giappone che mi aveva tanto incuriosito.
Dalle prime righe ho l’impressione che dovrò dedicargli tutto il tempo possibile…